15 ottobre 2025 in Efficacia

Terzo Settore e Pubblica Amministrazione: co-progettazione e modelli collaborativi

di
Carlo Peretti
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Secondo Rapporto Terzo Settore di Generali Italia: le sei sfide chiave tra sostenibilità, giovani, reti e governance

La forza del Terzo Settore risiede nella capacità di collaborare per rispondere ai bisogni della comunità. Circa il 38,7% degli enti collabora con la Pubblica Amministrazione, ma spesso su progetti limitati e solo per il 9,9% questa collaborazione è continuativa. Eppure, il rapporto con la PA è cruciale: copre il 30% delle entrate del settore, con quote ancora maggiori per imprese sociali e organizzazioni di volontariato.
Il 65,4% degli enti considera l’accesso ai finanziamenti la principale sfida per realizzare la propria missione. Per questo, l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) è vista come un’opportunità per ottenere riconoscimenti utili a partecipare ai bandi e rafforzare le collaborazioni con la PA.
La chiave per superare il carattere episodico delle collaborazioni è nella co-programmazione e co-progettazione, concetti centrali del Codice del Terzo Settore. Attraverso la co-programmazione, PA ed enti del Terzo Settore definiscono insieme i bisogni e le priorità di intervento sul territorio. Con la co-progettazione, lavorano fianco a fianco per attuare interventi sociali condivisi.
Eppure, i dati rivelano che solo il 18,5% degli enti collabora in modo sistematico con la PA. La maggior parte delle iniziative rimane spor​​​​​​​adica (circa il 70%), limitando il potenziale di un modello di amministrazione condivisa, capace di rivoluzionare il nostro welfare.

 

La necessità di un cambio culturale è chiara. Gli enti devono evolvere da un atteggiamento di attesa verso ruoli proattivi e collaborativi. La Pubblica Amministrazione, dal canto suo, deve abbracciare una nuova mentalità imprenditoriale, valorizzando le competenze locali e predisponendo accordi che superino i tradizionali contratti d’appalto.
Il principio della sussidiarietà e della collaborazione è alla base di un welfare di comunità in grado di rispondere alle sfide emergenti: dall’assistenza agli anziani, alla natalità, fino all’inclusione sociale. 
Solo insieme, con reti territoriali forti e modelli di co-programmazione e co-progettazione, possiamo costruire servizi vicini ai bisogni reali delle persone.


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