11 luglio 2022 in Efficacia - Storie

La Lunga Notte delle Chiese 2022 | Intervista a Stefano Casagrande

di
Stefano Casagrande
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Anche quest’anno, Cattolica Assicurazioni è stata fra i sostenitori della Lunga Notte delle Chiese: la “notte bianca” dei luoghi di culto che unisce Chiese e Diocesi, associazioni e realtà del Non Profit e del mondo religioso, famiglie, turisti e visitatori in un ampio programma di visite guidate, mostre, concerti, momenti d’incontro e riflessione, spiritualità e formazione.

Un calendario ricco e suggestivo, orientato ogni anno da un “tema” (nel 2022, l’IN-CONTRO), per valorizzare la meravigliosa ricchezza artistica e culturale del nostro paese, aprendo le porte dei luoghi di culto del territorio italiano così da condividerne e promuoverne la bellezza. 
Stefano Casagrande, presidente dell’Associazione BellunoLaNotte e direttore dell’evento, riflette con noi sulla settima edizione della Lunga Notte delle Chiese, svoltasi il 10 giugno 2022. 

Un calendario ricco e suggestivo, orientato ogni anno da un “tema” (nel 2022, l’IN-CONTRO), per valorizzare la meravigliosa ricchezza artistica e culturale del nostro paese, aprendo le porte dei luoghi di culto del territorio italiano così da condividerne e promuoverne la bellezza. 


Stefano Casagrande, presidente dell’Associazione BellunoLaNotte e direttore dell’evento, riflette con noi sulla settima edizione della Lunga Notte delle Chiese, svoltasi il 10 giugno 2022


1.    La Lunga Notte delle Chiese è arrivata alla settima edizione. Può raccontarci brevemente la storia di questo evento, dalle sue origini fino al giorno d’oggi?

La Lunga Notte delle Chiese è un evento organizzato dall’associazione BellunoLaNotte.com con la collaborazione delle Diocesi partecipanti. L’idea nasce nel 2016 dal progetto già attuato e di successo della “Lange Nacht der Kirchen” che si svolge in Austria e in Alto Adige già da parecchi anni, coinvolgendo centinaia di chiese contemporaneamente.
Il 10 giugno 2016, prende il via la primissima edizione, nella città di Belluno con il coinvolgimento di 4 chiese del centro storico. Concerti, visite guidate, iniziative per i bambini: un successo oltre le aspettative con centinaia di presenze. 
L’anno successivo abbiamo voluto coinvolgere le Diocesi limitrofe;  le partecipazioni hanno iniziato a crescere sempre di più, una inaspettata risposta da parte dei territori. Da Belluno a Caltagirone, da nord a sud decine le adesioni. Fino ad arrivare al 2019, anno in cui si sono aggregate oltre 120 Diocesi, la Comunità Valdese e Metodista.


2.    Che effetti ha avuto la Pandemia sull’organizzazione, la partecipazione ed i programmi dell’evento, e come è stato tornare quest’anno ad una edizione nuovamente in presenza?

Il Covid-19 ha stravolto ogni cosa e nel 2020 e 2021 il festival si è svolto in “digitale” con la produzione di contenuti video, di dirette streaming. Una modalità che ha permesso lo svolgersi dell’iniziativa, mantenendo unita e attiva la comunità partecipante. 
Il tema del 2021 ci ha permesso di riflettere sulle nostre Fragilità, e il modo attraverso il quale ognuno di noi si possa prendere Cura del prossimo. 
Molto profondi gli interrogativi che sono emersi sul come porci di fronte a questi accadimenti, come reagire? All’inganno del “tutto va male” del “tanto nessuno può aggiustare le cose”, è risuonata chiara una risposta: “E tu che fai?” - ”E noi che facciamo?”


3.    Il tema di quest’anno è stato quello dell’”IN-CONTRO”. Come si è arrivati alla definizione di questa parola chiave?

Il tema emerge da una serie di suggerimenti e spunti che durante l’estate vengono raccolti da tutte le diocesi. Si forma così un insieme elementi che confluiscono coralmente nel tema dell’edizione seguente.
Quest’anno abbiamo riflettuto su inclusione, riscoperta dei legami, tessere relazioni, accoglienza, amicizia, diversità, fraternità, approssimazione, dialogo, prossimità, solidarietà... 
“In-Contro” ne è la sintesi: abbiamo pensato di scrivere dividendo con un trattino la preposizione "IN" dall'avverbio "CONTRO", due parole tecnicamente in contrapposizione ma che esprimono insieme l'elemento centrale e significativo del dialogo, ossia quello della diversità.


4.    Come è cambiata la partecipazione di Chiese e Diocesi, Associazioni, Enti e comunità nel corso delle edizioni? Quali tipologie di organizzazioni, realtà e persone, nella vostra esperienza, mostrano un più spiccato interesse e coinvolgimento nei confronti dell’evento? La Lunga Notte delle Chiese si è diffusa e radicata in tutto il territorio italiano?

Siamo partiti nel 2016 con il coinvolgimento e la co-organizzazione della Pastorale Giovanile di Belluno-Feltre. C’è sempre stata ampia libertà nel decidere la maniera e la modalità più adatta per calare la propria Lunga Notte. Le diverse comunità che abbiamo incontrato in Italia sono infatti molto eterogenee, e vanno appunto dalle Diocesi e loro uffici ai beni culturali, i Musei Diocesani, le associazioni culturali, le parrocchie, cittadini che frequentano una parrocchia, musicisti, e molto altro. Tutto ciò rende l’evento incredibilmente variegato e forse è questo il motivo che permette ogni anno nuove partecipazioni, e di ampliare sempre di più questa incredibile rete.
In merito invece al pubblico di riferimento, abbiamo altresì una variegata partecipazione. Grazie all’organizzazione di iniziative aperte a tutti, passiamo dai bambini con i loro genitori, ai ragazzi che magari spesso si esibiscono, moltissimi gli adulti e le persone più anziane. 
Nonostante la rete sia ampia e diffusa su tutto il territorio nazionale, c’è ancora molto da lavorare per portare l’evento all’interno anche delle comunità minori e farlo conoscere. Ma questa può essere vista come una grande opportunità di crescita. 


5.    Quali prospettive, ambizioni e progetti futuri si trova davanti la Lunga Notte delle Chiese?

Prospettive ci auguriamo rosee, l’entusiasmo è sempre molto. Abbiamo l’ambizione di diffondere anche nei centri minori l’evento. Nonostante l’ampia partecipazione nazionale, sono ancora molte le comunità che non conoscono la Lunga Notte. 
E poi il progetto di un evento di “anteprima”: l’”Anteprima Lunga Notte” da tenersi il giorno antecedente alla data nazionale, con ospiti importanti a livello artistico e culturale, per lanciare la data nazionale del giorno dopo.
Infine, ci piacerebbe creare una sinergia anche con le altre “Lunghe Notti” presenti in Europa.
 
 
Ringraziamo Stefano Casagrande per averci raccontato questa iniziativa cheha saputo continuare ed arricchire il proprio percorso di crescita e diffusione nel territorio, portando avanti la missione di valorizzare e rendere accessibile il patrimonio di bellezza, arte e spiritualità del nostro Paese. 


Esperienze come questa evidenziano con chiarezza l’importanza, per enti, organizzazioni ed operatori degli stessi, di avere consapevolezza dei propri obiettivi e punti di forza e delle sfide che caratterizzano attualmente questi settori: dalla necessità di dotarsi di strutture solide ed efficaci alla gestione del personale e delle risorse; dagli adempimenti normativi alla transizione verso un mondo sempre più digitale; dalla creazione di reti e collaborazioni alla comunicazione dei propri valori verso l’esterno; dalla gestione dei rischi alla ricerca di fondi per garantire una sostenibilità economica ed organizzativa nel tempo.


Sfide complesse ma affascinanti, da affrontare – e la Lunga Notte delle Chiese ne è un esempio particolarmente virtuoso - con resilienza, spirito di adattamento, entusiasmo e fiducia.