Autovalutazione degli enti del Terzo Settore: tra fiducia e ostacoli concreti
Autovalutazione degli enti del Terzo Settore: tra fiducia e ostacoli concreti

Un aspetto interessante emerso nell'autovalutazione degli enti del Terzo Settore riguarda il loro livello di soddisfazione rispetto al raggiungimento della missione. Su una scala da 0 a 10, il punteggio medio si attesta a 7,34, un valore discreto. Un ente su quattro si considera entusiasta, con un punteggio tra 9 e 10, mentre meno del 15% degli enti si definisce insoddisfatto, con un punteggio inferiore a 6. La maggior parte, il 61,8%, si posiziona nella fascia della moderata soddisfazione.
L'autovalutazione tende ad essere più positiva in alcuni ambiti specifici. Le Organizzazioni di Volontariato (OdV) e gli enti che operano nel campo della cultura e istruzione esprimono una valutazione più favorevole. Inoltre, gli enti che operano principalmente per i propri soci tendono ad avere un punteggio migliore. Un'altra variabile che emerge è la dimensione dell'ente: quelli più grandi, con più risorse e personale, sono più inclini a valutare positivamente il proprio operato.
Tuttavia, ci sono sfide significative da affrontare. Più del 60% degli enti segnala la difficoltà di accesso a finanziamenti, sia pubblici che privati, come il fattore più limitante per il raggiungimento dei propri obiettivi sociali. Inoltre, circa il 30% degli enti ritiene che questa difficoltà costituisca un ostacolo molto stringente.
La mancanza di ricambio generazionale è un altro problema importante, con il 50% degli enti che riconosce difficoltà nel reclutare giovani, e il 41% che segnala insufficienza nella disponibilità di volontari.
Anche i rapporti con la Pubblica Amministrazione rappresentano una criticità. La complessità nella gestione delle relazioni e nell’ottenere finanziamenti sono aspetti problematici per molti enti del Terzo Settore.
Tuttavia, nel giudicare il proprio operato, il Terzo Settore appare piuttosto indulgente. Pochi enti segnalano difficoltà legate alla carenza di capacità manageriali, professionali o competenze specialistiche. Questo suggerisce che, pur riconoscendo alcune difficoltà, gli enti tendono a concentrarsi più sugli aspetti esterni, come la disponibilità di risorse e la collaborazione con la PA, piuttosto che sulle proprie lacune interne.
In sintesi, se da un lato c’è una certa soddisfazione per i risultati ottenuti, dall’altro le difficoltà legate ai finanziamenti, al ricambio generazionale e alle relazioni con la PA restano sfide cruciali per il Terzo Settore.
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